venerdì 5 febbraio 2010

Un eroe per amico

Un mio grande amico, Paolo Campagna, residente ora a Bologna via Emilia Ponente 28/4, mi ha scritto ricordandomi la nostra grande amicizia che mai ha conosciuto ombre o screzi da quando nacque nel lontano 16 Gennaio 1964 quando, vincitore di concorso pubblico io presi servizio all’Ispettorato del Lavoro di Caltanissetta dove lui prestava servizio da anni.
Sapevo che era stato un mitragliere nella Regia Aeronautica e che durante la guerra, nel Settembre del 1943, era stato ferito da una scheggia alla testa. Lui però di quel periodo mi ha sempre parlato poco e quando lo ha fatto, scherzosamente asseriva di essere un po’ pazzo a causa appunto della scheggia che gli era rimasta nel cervello…
Ora, alla predetta lettera, ha allegato un suo articolo pubblicato sul n.2 della Rivista dell’Aeronautica del Febbraio 2009.
Voglio pubblicare su Internet tale articolo affinchè tutti ricordino sempre quanti fratelli eroi hanno combattuto per loro, per la loro libertà sino anche al sacrificio della propria vita.
Nino Lacagnina


Articolo di Paolo Campagna:
Quelle foto che mi hanno riportato a sessantasei anni fa
(articolo pubblicato nel Febbraio 2009 sul n.2 della Rivista dell’Aeronautica Militare)

Sono Paolo Campagna, che dopo avere frequentato il 24/mo corso di armieri arteficeri a Vibo Valentia e Perugia, fui assegnato al Primo Nucleo Tuffatori di Lonate Pozzolo Aeroporto 113 P.M. 3200.
Mi riferisco a quanto pubblicato sul n.9 della rivista dell’Aeronautica dell’Ottobre 2008 a pagg. 25 e 26 dal titolo “Dal 10 Luglio 1943 Operazione Husky al 3-4 Settembre 1943 operazione Bayrowen.”
Sono uno dei quaranta feriti a causa del rovinoso bombardamento del 13 Luglio 1943 alle ore 14 circa.
Il personale del 102/mo gruppo 209/ma e 239/ma squadriglia, che era di stanza a Tarquinia, il 9 Luglio ebbe l’ordine di trasferirsi all’aeroporto di Isola di Capo Rizzuto (Crotone).
Il trasferimento avvenne con un S.82.
Io, quale armiere, presi posizione nella torretta superiore a difesa dell’equipaggio. Ero orgoglioso di tale compito. Arrivati illesi a Crotone ognuno prese il posto che gli competeva.
Il 10 Luglio 1943 con lo sbarco degli alleati inizia l’immane attività dei nostri piloti e gli infaticabili specialisti non conoscono tregua. Noi tutti eravamo molto stanchi e scoraggiati per le perdite umane (piloti del nostro gruppo) con i quali facevamo vita in comune.
Ricordo che la notte del 12 Luglio fummo svegliati e comandati di recarci in linea di volo presso gli aerei per prepararli alla missione di volo, in quanto sembrava che il nemico stesse abbandonando la testa di ponte; non era così. Il 13 Luglio, per la stanchezza che avevamo, ci sdraiammo a terra e ci assopimmo un po’ma dopo poco
fummo ridestati da un rumore non familiare di aerei in volo, diverso da quello dei nostri aerei. Noi conoscevamo bene il rombo dei motori dei nostri aerei anche se qualcuno nella confusione diceva “sono i nostri che rientrano da una missione” , e altri “no, non sono i nostri”, poi, all’improvviso, sentimmo il noto fruscio delle bombe e spezzoni.
Fu una catastrofe. Io rimasi ferito alla testa da una scheggia per l’esplosione di uno spezzone a poca distanza da dove mi ero sdraiato; rimasi a terra stordito. Quando mi ripresi cercai di aiutare qualche compagno che non poteva muoversi. Arrivarono i primi soccorsi e tra questi il comandante Cenni e il tenente Vecchione. Io ed altri feriti fummo trasportati all’Ospedale civile di Crotone. Vicino a me tutto insanguinato c’era l’aviere scelto motorista Mininni Antonio, ferito ad una spalla e alla schiena. Fummo curati amorevolmente da tutto il personale medico e paramedico.
Ricordo che la scheggia estrattami dalla testa mi fu consegnata dal cappellano dell’Ospedale e da ollora la tenni con me in ricordo sino a qualche anno fa quando la persi con gran rammarico.
Alla vista delle foto, pubblicate a pag. 26 della rivista, del Comandante Cenni e del Tenente Moglia, ho avuto un sussulto; mi affiorarono alla mente tanti ricordi e in particolare il primo volo di addestramento a bordo di uno Stukas J87 con il Tenente Moglia il 22 Dicembre 1942 quando eravamo di stanza all’Aeroporto di Lonate Pozzolo ( vedi fotocopia del libretto di volo che sono riuscito a custodire). Alla vista di quelle foto ho provato una emozione indescrivibile anche perché il primo volo è come il primo amore:NON SI SCORDA MAI.
Mi ritorna in mente quando, il giorno successivo al ricovero in Ospedale, è venuto a trovarci il Comandante Cenni in compagnia del Tenente Vecchioni per portare una parola di conforto a tutti i feriti del 102/mo Gruppo – 209/ma e 239/ma squadriglia
chiedendo ad ognuno se avessimo bisogno di qualcosa.
Quella, fu l’ultima volta che vidi il Comandante Cenni.
Paolo Campagna



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