sabato 8 marzo 2008

Pazzo d'amore

Per sua grazia i ciechi videro, i sordi udirono,
i muti parlarono…
furono risanati i lebbrosi, liberati gl'indemoniati,
resuscitati i morti…
ma la cosa fantastica fu che amò,
amò e amò ancora con gran letizia
i patimenti, le ingiurie, la fame…
i liberi uccelli e i profumati e variopinti fiori,
sorella acqua e frate vento,
il fuoco e frate sole,
la madre terra che tutto e tutti genera e che ci riaccoglierà e
sorella luna la cui immagine spesso si rispecchiava nel pozzo
con il volto di colei che per lui veniva solo dopo Dio e il firmamento: la dolce Chiara.
Giovane uomo,
dopo aver combattuto senza gloria in Collestrada
i bellicosi perugini, nelle segrete del vincitore,
si rese conto che l'unico re da servire era il Messia,
il vero re dei re.
Così abbandonò senza rimpianti ricchezze e agi
che il ricco Bennardone gli aveva sempre assicurato.
A nulla valsero catene e derisioni,
la povertà fu il suo blasone e compagni i lebbrosi derelitti.
Poi, una notte rischiarata da torce come per un incendio,
in Santa Maria Degli Angeli, alla presenza di Leone,
Masseo, Ruffino e altri, condusse sposa a Cristo
Chiara, cui recise tutti i lunghi e biondi capelli.

Ninoelle

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